La pena di morte è in vigore in cinquantotto Stati, fra i quali nessuno europeo.
E’ davvero la giusta soluzione contro la lotta al crimine?
La pena di morte potrebbe far diminuire il numero di delitti, ma non nella giusta maniera; mentre il carcere cerca di reintegrare nella società portando il colpevole alla riflessione, la pena di morte incute solo timore e non fa cessare i crimini.
Nella maggior parte degli Stati che la adottano essa viene applicata solo per crimini maggiori, come omicidio, genocidio e altro tradimento. In altri Paesi, invece, entra in vigore anche su delitti “più leggeri”, come stupro, rapina e traffico di droga e in altri ancora viene applicata anche solo per reati d’opinione, omosessualità e incesto.
Il passaggio in prigione è preferibile perché è un momento di crescita del colpevole, in quanto il criminale viene istruito per essere un bravo cittadino.
Il modo di fare giustizia con la pena di morte, invece, è sbagliato, poichè altrimenti sarebbe una società che vive in costante paura.
Quindi è una condanna ingiusta, poichè è omicidio e tutti hanno diritto alla vita.
Se la pena di morte venisse abolita, tutti sarebbero più al corrente di ciò che si fa, si penserebbe due volte prima di agire, invece che rispettare un rigido ordine per il timore di venire giustiziati senza realmente capire ciò che è giusto e ciò che non lo è.
G. D.C. 3A Umberto I