della classe 3B Scuola Secondaria – Il 30 Gennaio i ragazzi delle Terze medie del nostro istituto si sono recati al comune di Fisciano dove hanno incontrato un esponente della Comunità Ebraica di Napoli, l’ingegnere Roberto Modiano, figlio di una vittima della Shoah.
Egli è venuto a Fisciano per raccontare ai ragazzi tutte le esperienze che la sua famiglia ha vissuto durante la Shoah.
Inizialmente, ha raccontato la storia di sua madre, che aveva poco più di 14 anni, e che durante quel periodo oscuro della storia è stata messa in un campo di concentramento perché ebrea. All’epoca viveva in Serbia e proveniva da una famiglia benestante, suo padre aveva una ditta di camicie. Il nonno venne a sapere che il giorno dopo i tedeschi avrebbero invaso la Serbia, per questo motivo decise di lasciar tutto e andarsene in Svizzera, per sfuggire ai campi di concentramento. Al confine della Svizzera, però, la sua famiglia fu catturata da dei soldati italiani e deportata in un campo di lavoro,dove rimase per due anni. Dopo la morte di Mussolini, decisero di scappare in Veneto, dove furono nascosti e protetti dalla gentilissima famiglia del Signor Battaglia. Finita la guerra, il nonno del Signor Modiano decise di stabilirsi definitivamente in Italia dove costruì nuove aziende e riprese la vita che aveva in Serbia con la sua famiglia.
Il signor Modiano ha poi parlato anche del padre, anche lui ebreo, che in quel periodo viveva in un piccolo paesino vicino e non aveva una vita facile. Infatti, lì si erano stabiliti i tedeschi per scovare gli ebrei. Le ricerche cominciarono subito, infatti, un militare tedesco, chiese al comune del paesino l’elenco degli ebrei del posto, ma i napoletani cercarono di guadagnare tempo e nel mentre tutti gli ebrei fuggirono sulle montagne. Nel frattempo, la nonna paterna del Signor Modiano, divenne la traduttrice dell’esercito tedesco e aiutava gli ebrei a non farsi mai prendere, anticipando le mosse dei tedeschi. Una sera, le zie dell’ingegnere, accolsero in casa un pilota e lo nascosero sotto la legna. Il mattino seguente, i tedeschi andarono a casa loro e cercarono insistentemente il pilota che, a detta loro, era un infiltrato. I nonni del signor Modiano non erano al corrente che in casa loro ci fosse il pilota e perquisirono la casa. Quando un soldato scese in cantina vide la legna, ma poiché gli faceva troppo schifo spostarla, se ne uscì. I tedeschi allora chiamarono l’uomo che aveva fatto la spia e lo uccisero, ma poi decisero di andarsene e di non fare nulla. A questo punto si è conclusa la storia.
Dopo i racconti dell’ingegnere Modiano, c’è stato un dibattito che si è concluso con una frase molto toccante: “TI POSSONO TOGLIERE TUTTO MA SE POSSIEDI LA CULTURA PUOI ANDARE OVUNQUE E NESSUNO PUO’ TOGLIERTELA” infatti, l’unica cosa che è rimasta a loro, anche quando hanno rischiato la vita è stata la cultura.