di Gioele Quarta e Diego Sparapano-
Memoria e coraggio: sono le due parole che portiamo a casa dopo un’intensa mattinata vissuta nella Caserma “Ten. Raffaele PICO” di Lecce, accolti dal Colonnello Mauro Lastella e dal Colonnello Arcangelo Moro, Comandante Militare Esercito Puglia, in presenza delle massime autorità del Territorio: Il Prefetto Luca Rotondi, il Provveditore agli Studi Vincenzo Melilli, il Sindaco Carlo Salvemini. La nostra scuola è stata presente, con orgoglio, all’inaugurazione della Mostra sulla Guerra di Liberazione dal titolo “A testa alta” allestita in occasione del suo 80^ Anniversario in collaborazione con il Museo di Storia Patria. Una lezione magistrale tenuta dal Colonnello Mauro Lastella che ha narrato a noi ragazzi un’inedita pagina di storia corredata di fotografie, oggetti e documenti. Ma prima di entrare nelle sale della mostra abbiamo ascoltato delle parole significative da parte di tutte le Autorità presenti. La riflessione sullo strazio della Seconda Guerra Mondiale e il messaggio di diventare ambasciatori di pace sono stati unanimi. E la parola che più ci è rimasta impressa è stata proprio “coraggio” detta e ripetuta dal colonello Moro, coraggio di seguire la propria strada e i propri ideali, di affrontare la vita a testa alta. Alcuni momenti della Guerra di Resistenza, oggetto della mostra, dimostrano proprio il coraggio con cui l’Esercito Italiano si è distinto in guerra. Tra storia ed un po’ di curiosità, ciò che maggiormente ci è rimasto impresso è stato il racconto vivace del Colonello Lastella che ci ha fatto da guida: abbiamo potuto ammirare cimeli, “pizzini”, divise, lettere di combattenti inviate alle famiglie, fotografie originali. C’è pure un angolo dedicato alla nostra scuola con lavori e ricerche dei nostri compagni. Tutto ciò ci ha permesso di ricordare e capire quel preciso periodo della stori, quando i militari italiani insieme agli anglo-americani ci hanno liberati dai tedeschi e dalla dittatura. Ci ha colpito molto il numero di vittime e la maschera antigas. Più di un milione sono state le deportazioni fino all’arresto di Mussolini. Questa esperienza ci ha fatto “toccare con mano” le atrocità della guerra e ci ha fatto capire il messaggio, ancora non chiaro per tutti, che la guerra fa male a tutti gli uomini, anche ai più forti.