Di Giovanni Loconte – classe II sez. G
Appassionato della lingua inglese e affascinato dalla cultura britannica, mi sono recato a Londra.
La città mi ha incuriosito e allo stesso tempo stupito molto perchè ricca di storia e cultura.
I suoi luoghi culturali attraggono migliaia di persone da tutto il mondo.
Nonostante le temperature sotto lo zero ho passeggiato con piacere per le vie della grande metropoli notando che lì l’arte è ovunque.
Quattro giorni, non sono stati tanti per scoprire tutte le sue bellezze, ma mi sono accontentato di ammirare almeno le più importanti: Buckingham Palace, l ’abbazia di Westminster, il Big Ben, la Cattedrale di St. Paul, i numerosi parchi ricoperti di foglie secche con scoiattoli meravigliosi che si arrampicavano sugli alberi e saltavano da un ramo all’altro; i mercati più rinomati quali Portobello Road e Camden Market, la National Gallery….
La cosa che però mi ha più colpito è stata la visita al museo più antico al mondo: il “British Museum”.
La sua facciata presenta un porticato molto alto e al suo interno si trova una sala coperta da un tetto in vetro che nonostante la grigia giornata faceva penetrare all’interno molta luce.
Appena entrato ho seguito un percorso entrando di volta in volta in tante gallerie tematiche dedicate a varie culture: asiatiche, egizie, greche, africane, americane, siriane, assire, babilonesi….
Gli oggetti esposti sono numerosissimi: dipinti, tombe, vasi di ogni genere, sarcofagi, gioielli, scheletri, mummie….
Molto interessante è stato il percorso egizio che mi ha fatto comprendere l’idea che gli antichi egizi avevano della morte e dell’aldilà.
C’erano esposte anche maschere funerarie, ritratti e altri oggetti di valore che venivano destinati ad essere sepolti con il defunto.
La mia attenzione, inoltre, si è soffermata molto sulla famosa “Stele di Rosetta”: una lastra grigia con inciso un testo grazie al quale si sono riusciti a decifrare i geroglifici egiziani aprendo le porte alle credenze dell’antico Egitto.
Nella sala Mesopotamica invece è stata significativa la sosta per ammirare lo “Stendardo di Ur” intarsiato con conchiglie e lapislazzuli che raffigura scene di guerra e pace.
Nella sala assira invece, un’altra grande emozione che mi ha travolto è stata quella di aver potuto toccare con mano le sculture dei due grandi tori alati che facevano la guardia all’entrata della città del re assiro.
Viaggiare attraverso i secoli mi ha fatto conoscere, scoprire e apprezzare fonti iconografiche e materiali che riconducono ad epoche passate.