Ero in macchina insieme a mia sorella, lei sembrava entusiasta della nuova casa, ma io in quel momento ero solo triste per aver dovuto lasciare Torino. Dopo un quarto d’ora la mamma ci disse:” Mina, Jade, siamo arrivati a Firenze” .
Uscimmo dalla macchina ed entrammo in casa per visitarla. L’unica cosa al suo interno era una vecchia libreria con qualche libro e un antico carillon.
Dopo una settimana arrivarono i mobili e arredammo la casa, dopotutto non era così male stare lì.
Un giorno, tornata da scuola, dopo aver mangiato decisi di scoprire cosa ci fosse scritto in quegli strani libri.
Ne aprii uno con la copertina marrone e piena di polvere. Appena aprii la prima pagina, cadde dal libro una strana chiave dorata con piccole ali di un drago; in quel momento arrivò Jade, fisso per qualche secondo l’oggettino che avevo tra le mani e disse:” Cos’è quella chiave? Che cosa apre?”
“Non lo so, l’ho trovata dentro questo libro, forse i vecchi proprietari l’avranno dimenticata”
“Allora perché l’avrebbero nascosta dentro un libro?”
“Non ne ho idea”
In quel momento Jade si mise a fissare il misterioso carillon, che si trovava sopra il mobile, lo prese e si sedette sul divano accanto a me.
“ Sorellina non possiamo aprirlo, non è nostro” le dissi.
“Mina, non succederà nulla se diamo un’occhiatina veloce”
Vinta dalla curiosità risposi: ”Va bene”
I nostri genitori non c’erano, quindi era il momento perfetto.
Il carillon era in legno e non aveva particolari decorazioni. Girai la chiave pianissimo, lo aprii e sentimmo una musichetta ammaliante, delicata e armoniosa.
Dentro era vuoto, c’era solo una ballerina con un vestito decorato con delle perle. Mia sorella si avvicinò per osservarla meglio e ad un tratto non eravamo più a casa nostra.
Ci ritrovammo in un posto che sembrava incantato e magico. C’erano delle colline verdi con fiori bianchi, una cascata scintillante e un lago limpidissimo.
Nell’acqua vedemmo delle sirene con code brillanti e colorate e tra gli alberi pieni di petali rosa delle ninfe che passeggiavano.
Una di loro si avvicinò a noi. Aveva un’espressione sorpresa.
Ci disse:” Salve ragazzine, benvenute nel nostro paese, come vi chiamate?”
La sua voce era dolce e gentile, aveva un vestito bianco con delle sfumature azzurre, gli occhi verdi come l’erbetta fresca e i capelli lunghissimi e biondi.
“Noi siamo Jade e Mina” rispose mia sorella.
L’espressine rilassata sul viso della ninfa cambiò improvvisamente quando vide il carillon tra le mie mani.
“Siete arrivate qui con quello?” ci disse indicando l’oggetto.
Io e Jade ci guardammo, ci fu uno strano silenzio, si sentivano solo i cinguettii degli uccellini, poi la ninfa aggiunse:” Sapete che quell’oggetto può essere molto pericoloso se consegnato alla persona sbagliata?”
“Che tipo di pericoli ci sono?” chiesi.
“In questo posto c’è un lato oscuro governato da Dark, il guardiano dei draghi” poi aggiunse: ”Vive sopra la montagna, laggiù. Ha sempre voluto avere quel carillon perché attraverso la sua musichetta si può viaggiare in vari mondi, e vuole governare ognuno di essi… Abbiamo provato a fermarlo senza successo, infatti si dice che solo gli umani possono sconfiggerlo”
Io e mia sorella restammo senza parole, avevamo capito che toccava a noi salvare il paesino governato da creature magiche, così pensammo a un piano per non trovarci impreparate durante la battaglia.
Imparammo ad usare il carillon, infatti attraverso la musichetta che suonava si poteva scegliere il luogo in cui andare, così dopo qualche ora arrivammo su quella terribile montagna dove volavano draghi neri.
Iniziò un forte temporale. Dark ci vide e disse:” Bene, bene, chi abbiamo qui? Due umane che hanno l’oggetto che cerco da una vita”
Non parlammo. Dopo qualche secondo aggiunse:” Consegnatemelo subito!”
Glielo consegnai facendo partire la musichetta che lo avrebbe portato in un posto orribile, in cui non c’era nulla e la tristezza regnava. Lui non riusciva a sentire l’inquietante melodia con il trambusto dei draghi e dei tuoni e dopo un minuto quando finì sparì insieme ai draghi lasciando per terra il carillon.
Il cielo tornò sereno e ai piedi della montagna c’erano le ninfe e le sirene allegre e sollevate
Noi salutammo tutti gli abitanti, preparammo il carillon e tornammo a casa.
Ci ritrovammo sopra il nostro morbido divano ed eravamo ancora un po’ sconvolte da tutto quello che era successo.
Ad un certo punto vidi mia madre venire in salotto dalla cucina:” Dove eravate finite? Vi cerco da ore!”
“siamo andate a fare shopping dopo scuola” Inventammo una scusa.
“Va bene, ma la prossima volta avvisatemi”
Posammo il carillon dove era posizionato all’inizio e rimettemmo la chiave nel libro. Era troppo pericoloso utilizzarlo di nuovo, quindi decidemmo di non usarlo più, anche se a volte vorremmo esplorare nuovi luoghi affascinanti e vivere avventure straordinarie.
di V. M. N. Classe II G Umberto I