di Stefano Schipa- “Ho bisogno di uno “stuart” e di un’“hostess” per l’Openday del 5 Dicembre, chi si propone?”, ha detto la mia professoressa. Pur sentendomi un po’ disorientato (la parola “Openday” mi incuriosiva, ma nello stesso tempo mi spaventava; la parola “stuart”, invece, mi faceva quasi ridere), ho accettato subito la sfida e mi sono proposto.
Ho ricevuto quindi l’incarico di accogliere i genitori e i bambini delle classi quinte della scuola primaria in visita nella nostra, per guidarli tra i vari laboratori e illustrarne le diverse attività.
Subito dopo, nella mia testa, si sono rincorse differenti e contrastanti riflessioni. Mi sono chiesto se veramente io potessi essere all’altezza di quel compito, visto che in classe spesso non mi comporto bene e distraggo i miei compagni. Nello stesso tempo, però, ho pensato che questa poteva essere per me l’occasione per mettermi alla prova, per dimostrare a me stesso, ma anche agli altri, che Stefano non è soltanto un ragazzo noto per una condotta in classe non proprio esemplare, ma un ragazzo che ha portato a termine in modo responsabile un incarico che gli è stato affidato. E sono sicuro, il primo di una lunga serie…:-)
Quel giorno, quando mi sono trovato davanti le famiglie che si rivolgevano a me per essere guidate nel tour della scuola, sulle prime mi sono sentito imbarazzato nel ruolo di “stuart”, perché io sono un ragazzo che non ama i convenevoli. Poi ho tirato un bel respiro e mi sono detto che dovevo stare tranquillo, perché ce l’avrei fatta.
È stata un’esperienza veramente indescrivibile, mi sono sentito utile e importante, tutti i genitori si rivolgevano a me in modo gentile e alcuni si sono anche complimentati con me, perché sono stato chiaro e completo durante le varie presentazioni.
È un’esperienza che ripeterei con piacere, anche se, detto tra noi, la parola “stuart” continua a non piacermi, non la vedo per niente cucita addosso alla mia personalità.
E voi che dite, adesso me lo sono meritato un bel voto nel comportamento?