La storia letta in classe mi è molto piaciuta, ma come tutte le storie che parlano delle persecuzioni naziste, c’è sempre tanta tristezza, come triste è la storia di Anne Frank e di Liliana Segre, costrette a cambiare la loro vita, a vivere nel terrore, rinchiuse in soffitta o in campi di concentramento, o come Karl e la mamma, in una cantina al buio.
Io al posto di Anett, che aiuta Karl e la sua mamma, avrei fatto lo stesso, ma avrei evitato di dire in giro che nascondevamo degli ebrei, e certo la vista dei nazisti che ogni giorno cercavano gli ebrei mi avrebbe non poco spaventato.
Però poi penso che proprio con l’aiuto delle persone del villaggio, loro sono riusciti a salvarsi.
Mentre la Segre tutte le notti cercava una stella che illuminasse il cielo, qui nel racconto, forse il fatto che non ci fosse la luna ad illuminare le strade, è stato un bene, così nel buio più totale della notte, sono riusciti a fuggire.
La lettura per Karl e la madre sono stati come un modo per non pensare alla bruttezza di quel momento e un modo per far passare il tempo. Immagino che Karl leggendo, potesse volare con la fantasia e staccarsi da quella situazione pericolosa che stava vivendo. Anche Liliana Segre, per non pensare, immaginava di correre felice in un prato sentendo gli odori della natura. Quindi entrambi trovano un modo per evadere dalla realtà.
Gli abitanti della città sono stati coraggiosi anche se purtroppo nella realtà non sempre è così.
A volte mi fa paura l’indifferenza verso il dono più bello che abbiamo ricevuto: la “vita”.
Fabio Bartolomeo Porcelluzzi
classe II G