Regno terreno, 22 novembre 2021
Caro Dante,
sono passati ben 700 anni dal tuo ultimo (ma per tutti eterno ed attuale) viaggio nei tre Regni e forse, chissà , sarai contento di ritornare un uomo in carne ed ossa, felice di poter comunicare ed interagire con noi, con quella parte dell’uomo che, quando usata correttamente, lo aiuta a non sbagliare: la ragione. Con questa lettera, noi della classe 2^G, ti volevamo scrivere le nostre impressioni e curiosità sulla tua biografia e sul tuo viaggio fino al Paradiso. Di certo, come puoi vedere, non abbiamo scritto in terzine di endecasillabi o in prosa in volgare ma speriamo che tu possa capire comunque i messaggi che, con questa lettera, ti volevamo dare.
Con molte allegorie ed altre figure retoriche, abbiamo capito e compreso quanto il tuo viaggio sia ancora, per molti aspetti, attuale. Certamente l’incipit “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, ai nostri tempi, fortunatamente, grazie allo sviluppo igienico e sanitario, si possa riferire ai 50 anni e non ai 35, come all’epoca.
Un aspetto che da subito ci è sembrato molto attuale è quello iniziale della selva oscura che, allegoricamente, simboleggia il peccato, un periodo di smarrimento. Tutti noi, nella vita quotidiana, possiamo entrate in delle “selve oscure”, l’importante è riconoscer di avere sbagliato e, con la ragione, ritrovare “La diritta via che era smarrita” e rimediare ai propri errori, proprio come hai fatto tu. Ma sempre, nella vita, ci sono dei colli illuminati e persone fidate a cui chiedere aiuto e sostegno nei momenti di difficoltà .
La terzina che ci è sembrata più significativa è stata: “Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza.” Perché, secondo noi, non a caso la tua Comedia è stata definita poema didascalico-allegorico e perché tutto il tuo viaggio ruota attorno a questi tre versi. Infatti, come ci hai voluto insegnare tu, gli uomini non sono stati creati per seguire istinti irrazionali ma per seguire virtù, conoscenza e valori importanti, grazie proprio alla ragione e al desiderio di conoscere.
Un sonetto scritto da te, tratto da Vita Nova, che riteniamo molto importante, invece, è Tanto gentile e tanto onesta pare perché e il più significativo esempio della poesia del Dolce Stil Novo. Ci siamo chiesti come mai hai scritto molte opere dedicate a Beatrice anche se l’hai vista solamente due volte e ci è parsa valida la risposta scritta in terzine di endecasillabi di Luigi Garlando:
Io aveo moglie, lei avea marito
e sol teneva venticinque d’anni
quando il suo corpo qui fu seppellito
come una rosa […]
Impara che l’amor non è denaro.
Non mille baci ti faranno ricco
Se poi di sentimenti resti avaro.
Basta uno sguardo, basta un solo chicco
per sostener un’esistenza intera,
per darti una ricchezza da sceicco.
Basta seguir la cronaca che è nera.
PiĂą non esiste amor senza possesso.
Quanti mariti pagano in galera
per un delitto ch’è stato commesso?
Io invece amai come insegna il sole
che sulla luna mai le mani ha messo
e mai la insegue sebbene la vuole.
A ogni tramonto, le regala il cielo.
E di non possederla non gli duole.
Grazie, Dante, per questi preziosi e attuali insegnamenti,
tuoi fedelissimi lettori della 2^G!
Vittoria N., 2^G