di Giulia De Filippi-
Questa mattina, presso la caserma Zappalà di Lecce, si è tenuta una solenne cerimonia in onore del Milite Ignoto.
Insieme ad alcuni compagni di altre classi ho avuto modo di parteciparvi. Devo ammettere che quando mi è stato comunicato che avrei dovuto prendere parte a tale manifestazione, spinta dalla curiosità, mi sono subito preoccupata di conoscere qualcosa in più circa questa figura. La definizione “Milite Ignoto” fa riferimento ai militari morti durante la Prima Guerra Mondiale, i cui corpi non è stato possibile identificare. Al termine del conflitto infatti, esattamente nel 1921, in Italia furono scelte 11 salme di soldati morti in diversi luoghi del fronte della grande guerra e si decise di seppellirli presso l’Altare della Patria a Roma.
Oggi è stato bellissimo vedere la partecipazione e l’entusiasmo con cui tanti studenti, accompagnati dai propri docenti e dai dirigenti delle scuole elementari, medie e superiori, hanno presentato i propri lavori al prefetto di Lecce e ad alcuni militari di alto grado. Emozionante ascoltare l’inno di Mameli cantato a gran voce in coro dai bambini di scuola elementare ai quali ci siamo uniti noi tutti, ma ancora più coinvolgente è stato ascoltare le testimonianze di alcuni parenti di soldati che avevano partecipato alla grande guerra… Ricordo in particolare che un bambino ha raccontato con voce tenerissima ma fiera che il proprio bisnonno si era salvato per ben due volte da morte sicura coprendosi con i corpi di altri soldati morti, sfuggendo quindi al nemico facendosi credere morto.
La nostra scuola ha realizzato un cartellone che esaltava il ruolo delle forze armate come strumento di democrazia e libertà e sul tavolo, allestito per l’occasione, in una vecchia valigia vi erano delle foto e delle lettere scritte da soldati che riportavano le date del 1918… Mi sono venuti i brividi al solo pensare che quelle lettere ben custodite avevano resistito tanti anni e potevano raccontare con orgoglio la storia, le paure, la nostalgia di quei soldati… Insomma davvero un’esperienza bella e significativa!