Di Francesco Tesse – classe III sez. L
L’anniversario della liberazione d’Italia, detta anche festa della Liberazione , è una festa
nazionale della Repubblica Italiana che ricorre il 25 aprile di ogni anno e che celebra la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista.
Anche quest’anno come tutti gli altri ricorderemo questo evento importante della storia, ma arricchito di qualcosa in più. Grazie alla nostra insegnante di lettere: prof De Palma, abbiamo infatti partecipato ad una iniziativa dell’associazione ANPI insieme alla presidente prof.ssa Perfetti e alla nostra dirigente dott. F. Attimonelli.
La mattina del nove Aprile, attraverso una video chiamata aperta su Meet, abbiamo dato libera voce alla nostra immaginazione, costruendo con materiali semplici e di riciclo dei papaveri di ogni ‘forma e dimensione’.
L’attività ha suscitato molte emozioni, sia per il fine per cui ci stavamo impegnando in quella attività, ma anche perché, per qualche ora, abbiamo immaginato di essere in classe e insieme di costruire qualcosa. Infatti, proprio come quando stavamo in classe, non sono mancati commenti e battute durante la realizzazione del papavero, come non sono mancati anche consigli tra compagni e sorrisi. Abbiamo trascorso un giorno felice.
Ci si chiederebbe: “Come mai tra tutti i fiori, proprio un papavero?”
Per cercare di rispondere a questa domanda partirei da una immagine che si ritrova molto frequentemente sui libri di storia, utilizzata spesso per indicare la fine del conflitto della prima guerra mondiale: i binari vuoti con i papaveri spontanei che crescono liberi e colorati nei dintorni. Gli storici spiegano che sono stati i primi fiori a crescere sui quelli che sono stati i vecchi campi di battaglia in Olanda e in Francia.
Sì, perché il papavero è il fiore della Libertà, cresce nei prati, tra il grano quasi a spezzare l’armonia del giallo, lungo i binari, lungo le strade incolte. Lo troviamo con il primo caldo, in primavera.
Se colto e imprigionato in un vaso appassisce immediatamente, perdendo tutta la sua bellezza e il suo slancio vitale. I suoi petali sono delicati come ali di farfalle, rossi come il fuoco e come il sangue.
Con l’organizzazione della prof De Palma, e con l’aiuto del prof Piccolomo, del prof. Santovito e della prof Meo e l’indispensabile collaborazione di alcuni alunni, i papaveri sono riusciti ad essere spediti a Colleferro, all’associazione Anpi, con le nostre riflessioni, i nostri pensieri sull’importanza del 25 Aprile, della Resistenza, della lotta partigiana. Saranno in bella mostra all’installazione collettiva #unpapaveroperil25aprile.
Del nostro lavoro saranno visibili le foto sulla pagina Instagram e Facebook dell’ANPI Colleferro ‘La staffetta partigiana’ e sul meraviglioso Padlet dove ci saranno anche le parole della Libertà.
Ringrazio tutti i miei compagni per l’esperienza condivisa e mi auguro che i papaveri che sbocceranno quest’anno saranno simbolo di rinascita da questo triste periodo che persiste da oltre un anno
A volte il social è il mezzo (riflessione dell’insegnante)
Seguendo pagine di social che si occupano dei valori della Resistenza partigiana ho riflettuto su quanto, spesso, questo argomento sia trattato in modo veloce, che conclude la fine di un anno coincidente con il termine del percorso scolastico. La tristezza di un anno strano e straniante mi ha portato a sensibilizzare i ragazzi sulla lotta per la Libertà, per i valori che i Padri Costituenti vollero fortemente a sostegno della nostra Costituzione. Quale il modo per farlo dietro uno schermo?
Incontrarci virtualmente per delle ore scolastiche diverse e realizzare un papavero, simbolo della libertà, tutti insieme… magari ascoltando musica e condividendo letture sulla resistenza.
Tutti i ragazzi delle due classi sono stati subito entusiasti e partecipi, ogni loro fiore è simbolo di creatività e libertà di espressione e mi auguro che nel loro percorso ricordino questa giornata e soprattutto i valori di cui abbiamo discusso, racchiusi nel calice rosso del loro papavero.
Maria de Palma