Di Redazione
La Storia spesso è fatta di personaggi, di eventi o, molto più spesso di semplici uomini e donne che con il loro sacrificio umano hanno fatto sì che la nostra civiltà progredisse. Alcuni degli eventi storici, soprattutto quando questi sono determinati da forti ideali – come ad esempio la libertà e la sconfitta di un’oppressione politica –, rientrano nella memoria collettiva attraverso celebrazioni, ricorrenze e simboli: boe a cui si ancorano i racconti dei più adulti e la curiosità dei più piccoli.
Nel caso della ricorrenza del 25 Aprile, ricorrenza in cui si ricorda la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, i racconti che se ne possono fare sono ancora pieni di sofferenza: una storia troppo vicina al nostro tempo e che ci impedisce di allontanarcene e di guardare a quegli eventi con il distacco necessario per comprenderli a fondo. Questi racconti pieni di senso dell’eroismo degli umili, di sacrificio, di orgoglio e di grande partecipazione si accompagnano spesso ad un simbolo umile, semplice quale può essere un papavero rosso. Parlare del 25 aprile, come ha fatto la Professoressa De Nicolo con i suoi alunni della 2^ A della scuola Vaccina, significa far recuperare le radici della nostra democrazia e della nostra più recente storia, basata su libertà individuale e partecipazione. Far loro costruire con della carta o qualsiasi altro materiale a loro disposizione dei papaveri rossi, e collegare a queste loro piccole opere delle riflessioni sotto forma di poesia o di calligrammi, aiuta i più giovani, ma anche noi più adulti a ricordare che la libertà individuale e la partecipazione alla vita politica del nostro paese sono valori che i nostri nonni ci hanno donato e che vanno custoditi e preservati in modo attivo, tenendo vivo il ricordo di quei momenti drammatici ma pieni di insegnamenti per tutti noi.